Itinerario
Prato/Norimberga Km 836
Norimberga/Bad Bramstedt Km 744
Bad Bramstedt/Hanstolm Km 524
Seydisfjordur/Lago Myvatn Km 271
Lago Myvatn/Husavik Km 171
Husavik/Blonduos Km 410
Blonduos/Isafjordur Km 520
Isafjordur/Bjarkalundur Km 473
Bjarkalundur/Pingvellir Km 469
Pingvellir/Hveragerdi Km 328
Hveragerdi/Landmannalaugar/Hveragerdi Km 317
Hveragerdi/Reyjavik/Blue Lagoon/Hveragerdi Km 214
Hveragerdi/Vik Km 173
Vik/Hofn Km 285
Hofn/Seydisfjordur Km 308
Hanstolm/Bad Bramstedt Km 484
Bad Bramstedt/Monaco Km 845
Monaco/Prato Km 643
Km Totali 8.016 di cui 3.940 in Islanda
Difficile raccontare di questo viaggio ... molti aggettivi sarebbero appropriati a quest'isola dai mille volti, colori e risvolti. Scegliamo di usare la parola “magica” che a nostro avviso racchiude un po' tutto quello che è l'Islanda.
Ma partiamo dall'inizio …
Erano un paio di anni che pensavamo di fare questo viaggio e finalmente, nel gennaio 2009, abbiamo prenotato il traghetto con la Agamare, unica agenzia italiana che effettua questo tipo di servizio, scegliendo la sistemazione nelle cuccette da 9 persone per risparmiare un po' (€ 600,00 cad).
I mesi che ci dividevano dalla partenza sono trascorsi velocemente, abbiamo acquistato subito la guida della Lonely Planet, risultata utilissima, ma per scaramanzia abbiamo deciso di iniziare a preparare il viaggio soltanto nel mese di luglio. Racconti di viaggio, riviste, guida e cartina alla mano abbiamo programmato un itinerario di base da rivedere in corso di viaggio.
Preparare le borse con l'abbigliamento, l'attrezzatura da campeggio e delle scorte di cibo è stato un gioco da ragazzi, mentre Fabio, il driver nonché mio marito, ha pensato alla moto alla quale, a parte il solito tagliando, ha sostituito le gomme mettendone di nuove più tassellate.
Sabato 1 Agosto 2009 – Prato/Norimberga – Km 836
Partenza ore 6,45 per arrivare a Norimberga alle ore 16,30. Strada lunga e noiosa con molti cantieri e code di auto interminabili.
Norimberga è davvero una bella città. Sistemati nell'unico campeggio della città (Knaus Camping Park € 18,40 tot. - zona Fiera) abbiamo preso il metrò per recarci in centro città. La fortuna ha voluto che ci trovassimo proprio nel bel mezzo di una festa paesana che richiamava musicisti e cantanti di ogni natura con strumenti di ogni genere e voci dalle molteplici tonalità.. Persone, birra e musica ovunque. Ogni angolo, strada o piazza ospitava violoncellisti, cantanti lirici, musicisti pop, jazz o folk. Bellissima atmosfera a fare da cornice ad una città ricca di chiese e monumenti, case a graticcio e scorci favolosi in riva al fiume, nascosto tra salici piangenti ed alberi ad alto fusto. Abbiamo cenato presso la birreria artigianale Hausbrauerei Altstadthof, dove una lunga fila accoglieva i locali giunti per fare il pieno di birra in bottiglie portate da casa. Ottima birra e buona schnitzel con crauti e patate al forno. Rientro in campeggio e a nanna stanchi della lunga giornata appena trascorsa.
Domenica 2 Agosto 2009 – Norimberga/Bad Bramstedt – Km 744
Ancora in trasferimento verso Nord. Lunghe file di auto, chilometri di lavori, incidenti e macchine ferme lungo il ciglio della strada per guasti o forature hanno caratterizzato questa giornata calda e soleggiata. Passato Amburgo di qualche km ci siamo fermati a Bad Bramstedt, piccolo paese dove abbiamo trovato una sistemazione in una casa/pensione (€ 40,00 camera doppia) gestita da una coppia di anziani signori. Cena in centro e a letto presto pronti per l'ultima tappa prima dell'arrivo al porto di Hanstholm.
Lunedì 3 Agosto 2009 – Bad Bramstedt/Hanstolm – Km 524
Giornata lunghissima. Partenza ore 8,30 ed arrivo ore 16,00. Tantissime ore per pochi km. E' incredibile il traffico, i lavori e gli intoppi che si incontrano per le strade in questi periodi di vacanza. Sistemazione presso l'Hanstolm Camping, unico in zona, molto bello e ben curato anche se un po' caro (€ 30,00). Montata la tenda abbiamo organizzato le borse per i due giorni di traghetto che ci aspettano (una volta lasciata la moto nel garage non si può più accedervi sino all'arrivo in porto). Poco distante dal camping si trova un centro commerciale ed un discount dove poter fare acquisti e rifornimento di cibarie. Serata molto piacevole tra nuove amicizie e futuri compagni di viaggio. Si respira già aria di Islanda e l'eccitazione per l'imbarco e la traversata è ben tangibile.
Martedì e Mercoledì 4/5 Agosto 2009 – Hanstolm/Seydisfjordur - Traghetto
Check in ore 8,30 ed imbarco ore 9,00 per partenza ore 11,00. Il tutto è avvenuto molto velocemente e con il massimo dell'organizzazione. Lasciati i bagagli sulla moto ci siamo recati alla ricerca della cuccetta dove abbiamo lasciato zaini, caschi, giubbotti e sacchi a pelo. Due giorni in traghetto. 50 ore di navigazione tra chiacchere, mangiate e riposo. Il traghetto non è molto grande, ma ben organizzato e molto curato. Ci sono ristoranti, self-service, cinema, tax free shop, bar e angolo giochi per i bambini. La sera spettacolo “raccomandato” con il mago e Miss Vivian. Le cuccette da 9 posti sono un po' strette ma ben disposte e pulite. Molto dipende dai coinquilini, ma noi siamo stati fortunati e le notti sono passate tranquillamente. Alle cuccette si accede tramite una card che viene rilasciata al momento del check-in. Ogni 4 cuccette ci sono bagni e docce divisi tra uomini e donne. Il mare è stato calmo e così le mie ansie e paure si sono dissolte tra racconti di viaggio, vecchie esperienze e previsioni per i giorni che verranno. In campeggio abbiamo conosciuto Valentina e David, una coppia di Milano che ha trovato l'imbarco all'ultimo momento, con i quali è nato da subito un ottimo feeling e tante voglia di stare insieme e conoscersi.
Giovedì 6 Agosto 2009 - Seydisfjordur/Lago Myvatn – Km 271
Arrivo a Seydisfjordur alle ore 9,00 ora locale (2 ore in meno rispetto all'Italia) da dove siamo partiti alla volta di Egilsstadir, dove ci attendevano Valentina e David. Recati allo sportello bancomat abbiamo prelevato moneta locale (1 € - 175 Kks) ed abbiamo proseguito in direzione del Lago Myvatn percorrendo per un tratto la n. 1 che abbiamo lasciato per inoltrarci in strade secondarie (901), naturalmente non asfaltate. La strada sterrata non è pericolosa, tranne in alcuni tratti, dove è richiesta maggiore attenzione. Ben presto ci siamo trovati nel bel mezzo di un deserto di sabbia scura, Modrudalur, dove “infinito” è la parola che meglio può descrivere questo luogo. Il cielo è coperto e la pioggia ci accompagna a tratti. La temperatura si aggira tra i 10° ed i 12°, ma si sta bene. Non è freddo e la pioggia non è fastidiosa. Tornati sulla 1 proseguiamo in direzione del lago, ma nei pressi di Namafjall veniamo attratti da sbuffi di fumo che salgono alti in cielo. Immediata deviazione, per arrivare al luogo dove si trovano soffioni e pozze di acqua bollente, il tutto su un terreno dai colori sorprendenti che variano dall'arancio al rosa e dal bianco al giallo. Bellissimo !!! Il terreno è caldo e passeggiare tra il fumo e l'odore di zolfo è davvero affascinante. Torniamo indietro per visitare la zona di Krafla, regione vulcanica attiva, dove si arriva percorrendo pochi metri a piedi dal parcheggio delle auto. Un mare di lava solidificata, bocche fumanti, crateri dai colori pastello e laghetti dalle acque turchesi caratterizzano questa zona dove l'attività vulcanica appare in tutta la sua potenza. Riprese le moto torniamo sulla 1 e ripartiamo verso il Lago Myvatn che percorriamo in tutto il suo perimetro. I panorami sono molto belli ed i sentieri a piedi per raggiungere zone interne sono svariati e ben segnalati. Noi, da buoni motociclisti, ci siamo accontentati della strada asfaltata che ci ha comunque regalato scenari da sogno. Sistemazione per la notte presso il campeggio di Reykjahlìd (Skk 2200/€ 12,50), un bel prato verde in riva al lago dove abbiamo cenato e dove ci ha raggiunto Ervis, altro compagno di traghetto che girella per l'Islanda in compagnia della sua moto. La giornata giunge al termine ed in attesa del tramonto, che risulterà fantastico, prendiamo un caffè e facciamo due passi per l'unica strada del paese. Grazie ad un leggero vento che soffia dall'entroterra, abbiamo scampato l'assalto dei tanto tenuti moscerini che sono soliti popolare il lago ed i suoi dintorni.
Venerdì 7 Agosto 2009 – Lago Myvtan/Husavik – Km 171
Partenza ore 9,00 per raggiungere la prima meta della giornata: Dettifoss. Abbiamo percorso a ritroso la 1 fino all'incrocio con la 864, strada sterrata e ciottolosa, che in oltre 30 km arriva alla cascata. Nonostante il fondo, la strada si percorre bene anche con moto che non sono da fuoristrada. Le macchine incontrate sono pochissime. La cascata è incastonata in un canyon che racchiude il corso del fiume. La portata d'acqua è impressionante e lo spettacolo naturale è indimenticabile. Gli spruzzi si scorgono già da molto lontano originando, grazie al cielo azzurro ed al sole alto, arcobaleni e riflessi d'acqua spettacolari. Una camminata di pochi minuti tra grosse pietre porta direttamente alla cascata che, così potente, intimorisce ed affascina allo tempo stesso. Lasciata la Dettifoss riprendiamo la 864 in direzione nord per arrivare ad Asbyrgi, parco racchiuso in un canyon a forma di cavallo dalle alte pareti di roccia. Qualche foto e via di nuovo in direzione Husavik per affrontare panorami mozzafiato dove verdissimi prati si incontrano con il mare creando un insieme di colori indescrivibili. Alte scogliere, prati a perdita d'occhio, mare e cielo azzurro arricchito da nuvole bianchissime rendono il percorso molto piacevole e l'arrivo alla cittadina punto di partenza per il whales-watching scorre veloce. Purtroppo è arrivato il momento di salutarci con Vale e David. La loro vacanza di una sola settimana non gli permette di rallentare i tempi e così, tra un abbraccio e la promessa di vederci e sentirci al più presto, salutiamo i nostri compagni di viaggio e ci apprestiamo ad acquistare i biglietti (€ 49,00 cad.) per il tour di avvistamento delle balene. La partenza è prevista per le 15,15 così ne approfittiamo per montare la tenda (camping molto spartano ma con bagni puliti e bungalow cucina Skk 1700/€ 10,00) e girellare per i pochi negozi disponibili. La giornata soleggiata ed il clima piacevole ci invitano ad attendere l'imbarco sorseggiando una buona birra nel pub che si trova di fronte alla banchina del porto. “Tutti a bordo, si parte per l'escursione” !! La barca naviga a forte velocità diretta verso il lato opposto della baia, proprio a ridosso di alte montagne coperte in parte da ghiaccio. Due ore in mezzo al mare durante le quali abbiamo visto tre/quattro balenottere che sinuosamente facevano capolino dall'acqua con fare leggero e delicato. Non siamo riusciti ad avere incontri ravvicinati, ma è stato comunque emozionante! Pulcinelle di mare e altri volatili hanno fatto da contorno ad un pomeriggio ricco di nuove emozioni. Durante il tragitto di rientro, cioccolata e biscottini per tutti i partecipanti.
Consigliamo di fare l'escursione nel pomeriggio durante il quale c'è meno affollamento e la prenotazione non è necessaria (almeno in questo periodo).
Sabato 08 Agosto 2009 – Husavik/Blonduos – Km 410
Sveglia di buon'ora, preparati i bagagli, partiamo e lasciamo Husavik con la sua baia e le sue balene. Intanto numerosi turisti arrivano con pullman, taxi ed auto a noleggio. Prendiamo in direzione sud per raggiungere la Godafoss, dove arriviamo attraversando prati verdi e montagne intervallate da ruscelli che portano a valle l'acqua dei ghiacciai che si sciolgono al tiepido sole di fine estate. Rigagnoli d'acqua ovunque che convergono in ruscelli più ampi bordati da muschio verdissimo punteggiato da fiori che sembrano di cotone. Godafoss, nonostante sia meno maestosa di altre cascate, è molto importante per la storia islandese. E' nelle acque di questa, infatti, che furono gettati i simulacri delle divinità pagane norvegesi dopo che fu deciso che l'Islanda sarebbe stata una nazione ad orientamento cristiano. Da qui l'origine del nome “cascata degli dei”. Foto di rito e si riparte, questa volta la meta è la seconda città più grande dell'Islanda: Akureyri. Cittadina ricca di negozi, bar e locali, non ci ha affascinato in modo particolare. Breve giro per le vie principali ricche di aiuole fiorite, giardini e composizioni floreali ben curate. Molti i negozi di souvenirs e le attrattive per i turisti. Lasciata Akureyri costeggiamo il fiordo che porta a Siglufjordur attraversando una valle verdissima incastonata tra ghiacciai e nuvole minacciose. Il piccolo paese è addolcito da casette colorate e dal porticciolo, famoso un tempo per la pesca e la commercializzazione delle aringhe. Oggi le principali risorse sono la pesca ed il turismo, che giunge sin qui per assaporare l'atmosfera di quella che era la vita paesana di un tempo. Dopo due hot dog con salse e la solita bibita, gustati presso una stazione di servizio, ci incamminiamo alla volta di Glaumbaer dove si trova un'antica fattoria con tetto in torba. L'insediamento è composto da 4/5 casette bianche e gialle con all'interno vari attrezzi di lavoro ed un piccolo museo. Vicino si trova una chiesetta con ai piedi un cimitero dove le lapidi sono rivolte verso la valle e le circostanti montagne. La sensazione è che i defunti, così disposti, possano continuare ad ammirare il paesaggio meraviglioso che li ha accompagnati in vita. Davvero molto bello e suggestivo.
Si riprende la 1 e si a arriva a Blonduos dove piazziamo la tenda in un campeggio autogestito, si usufruisce dei servizi con docce e bagni caldissimi e si paga quando passa la proprietaria ad incassare (Kkr 1200/€ 7,00). Il paese non offre molto, piove e siamo stanchi, così decidiamo di cenare in tenda e riposarci per affrontare una nuova giornata carichi di energie.
Domenica 09 Agosto 2009 – Blonduos/Isafjordur – Km 520
Partenza ore 8,30 sotto un timido sole in direzione Hindisvik, sito di riproduzione delle foche. Strada sterrata che costeggia il mare con breve sosta al faraglione di Hvitserkur dalla forma alquanto particolare dovuta all'erosione delle onde. La leggenda narra che si tratta di un troll sorpreso dal sole e da questo pietrificato. Bella la spiaggia di sabbia nerissima che circonda l'arco.
Si prosegue a velocità ridottissima scrutando le spiagge e gli scogli alla ricerca di qualche insediamento, ma senza esito. Superiamo Hindisvik delusi per non aver aver avuto l'occasione di vedere questi curiosi animaletti, quando troviamo un cartello che indica la direzione da seguire per l'avvistamento delle foche. Speranzosi lasciamo la moto e ci dirigiamo a piedi lungo un sentiero segnato che costeggia il mare, quando finalmente, sotto un cielo striato di nuvole bianche, notiamo una colonia di foche sistemate su degli scogli che sporgono a 50 mt dalla riva. Emozionante anche se un po' lontane, ma è buffo vederle nelle loro movenze goffe ed impacciate. Ci soffermiamo un po' a spiarle e commentarle divertiti ed incuriositi prima di affrontare la lunga strada ed i numerosi fiordi che ci separano dalla meta finale di oggi. Km su km, mare, montagne, sole che fa capolino tra nuvoloni minacciosi, fiordi avanti e fiordi indietro, case isolate, pecore, cavalli e nessuna traccia del genere umano. Non è freddo e la pioggia ci ha graziati fino all'arrivo a Isafjordur, dove, un temporale ed una fitta nebbia che nascondevano l'intero paese, ci hanno sorpresi all'ingresso del fiordo. Visto il cielo plumbeo ed il temporale in corso, abbiamo deciso di alloggiare all'Edda Hotel (€ 77,00 doppia con bagno), noto, insieme agli altri sparsi per il paese, per essere un albergo organizzato all'interno di edifici che in inverno fungono da scuole o alloggi studenteschi. Sistemati in camera abbiamo deciso di fare un giro perlustratitvo del paese in cerca di un locale per la cena. Il paese sembra un luogo fantasma ad eccezione di un unico fast food dove abbiamo mangiato una buona pizza ed osservato il via vai di giovani locali intenti a cenare, noleggiare film, conversare o semplicemente farsi una bevuta. Fuori continua a piovere e ci sono 10° e così, in compagnia delle nostre inseparabili tute antipioggia, rientriamo in albergo.
Lunedì 10 Agosto 2009 – Isafjordur/Bjarkalundur – Km 473
Partenza ore 7,30 in un paesaggio completamente immerso nella nebbia. Obiettivo di oggi la penisola Latrabjarg, punta estrema ad ovest dell'islanda. Primo tratto di strada che costeggia fiordi bellissimi dove il mare a specchio riflette le montagne ed il cielo che ha sfrattato le nubi regalando scorci di azzurro e paesaggi indimenticabili. Viaggiando su strade in parte asfaltate, ma per la maggior parte sterrate, passiamo davanti al relitto di un peschereccio per iniziare a percorrere la penisola ed incontrare la prima spiaggia dalla sabbia dorata e l'acqua trasparente. Insolita per i paesaggi che quest'isola ci ha abituato ad ammirare. Proseguendo ci siamo imbattuti in dune di sabbia color oro ricoperte di erba dove la strada corre dritta e solitaria. Ancora salite per ritrovarci a picco sul mare con strade ciottolose, nebbiose, strette e senza guard rail di sicurezza. Collage di colori intensi con un mare azzurro/verde che lambisce spiagge chiarissime dove prati verdi finiscono la loro corsa. Una spiaggia infinita che ci ha regalato grandi emozioni. Si continua a salire per ritrovarci improvvisamente dentro una nuvola che ci abbandona solo dopo oltre 20 km di tragitto. Nel frattempo il fondo stradale si è fatto di un rosso intenso con, ai lati, soffice muschio che ammortizza il terreno. Finalmente si giunge a Latrabjarg dove si possono ammirare svariate razze di uccelli tra i quali le ricercate pulcinelle di mare. Un luogo spettrale avvolto da fitta nebbia, con scogliere alte 400 mt a picco sul mare, che ospitano volatili di più specie che stridono e volano da una roccia all'altra. Le pulcinelle sono carinissime con il loro becco arancio e le piume nerissime. Si lasciano avvicinare e ripagano sicuramente dei chilometri percorsi per raggiungerle. Ripartiamo ripercorrendo in parte la strada fatta in precedenza fino a raggiungere la deviazione per Reykjavik dove iniziano i 120 km che ci porteranno al punto di sosta per la notte. 90% sterrato, sotto una pioggia quasi costante, senza distributori, senza paesi né abitazioni, solo strada in salita, in discesa, dritta, curva, con buche, ondulata, con pozze o ciottoli … interminabile … sicuramente la tappa più dura di tutta la vacanza !! La stanchezza non ci ha permesso di gustare il panorama degli ultimi fiordi, dove l'acqua scarseggia ed affiorano scogli frastagliati ed alghe marine. Sosta nell'unico albergo incontrato strada facendo (Hotel Bjarkarlundur Kkr 9500/€ 52,00) con cena a base di hamburger e patatine (Kkr 3800/€ 22,00). Giornata lunghissima, ma come sempre, ricca di perle da ricordare. La moto è completamente ricoperta dal fango e dove siamo non c'è possibilità di lavarla … vabbè, ci saranno giorni migliori anche per lei !!!
Martedì 11 Agosto 2009 – Bjarkalundur/Thingvellir – Km 469
Giornata a giro per la penisola dello Snaefellsnes, rammentata da molti come luogo meraviglioso, ma a nostro avviso, inferiore rispetto ad altri panorami ammirati sull'isola. Curioso il vulcano reso famoso da Verner nel libro “Viaggio al centro della terra”:
“Discendi nel cratere dello Yokull di Sneffells
che l'ombra dello Scartaris viene a lambire prima della calende di luglio,
scendi viaggiatore audace e perverrai al centro della terra,
la qual cosa io feci”
Arne Saknussemm
La penisola gira quasi totalmente intorno alla base del vulcano, mostrando la calotta glaciale da ogni singola angolazione e ricordando le eruzioni del passato con i suoi sterminati campi di lava, ormai ricoperti in gran parte da morbidissimo muschio. Breve sosta alla spiaggia per ammirare i faraglioni e le alte scogliere e si riparte in direzione del Parco di Thingvellir. Giunti all'interno del parco sistemiamo la tenda nel campeggio del centro informazioni (Pingvellir Camping Kkr 1400/€ 8,00) e … accidenti … è qui che Fabio si accorge che la moto perde benzina !!! Da un veloce controllo rileva che si è rotto un collettore. Ed adesso ??? Chiamiamo immediatamente il call center della Bmw Italia, ma ci viene riferito che in “questo paese” sarà molto difficile trovare assistenza nonostante l'impegno che ci promettono dedicarci. Intanto trascorrono due ore tra la nostra disperazione e la vana attesa di un soccorso. Decidiamo di rimandare la soluzione del problema al giorno seguente e così, stanchi, arrabbiati e delusi andiamo a dormire senza trovare consolazione neppure nel bellissimo tramonto con arcobaleno che si affaccia dietro le montagne.
Mercoledì 12 Agosto 2009 – Thingvellir/Hveragerdi – Km 328
Sveglia ore 7,00 per riprendere contatti con la Bmw Italia che continua a non assicurarci alcun aiuto. Vista sfumare la dovuta assistenza, Fabio, grazie a delle fascette e tanto ingegno, riesce a riparare provvisoriamente il danno per raggiungere Rekjavick dove, all'interno di un magazzino di ricambi per auto e moto, troviamo l'aiuto di un meccanico di tir che collabora nella riparazione definitiva del danno permettendoci di ripartire per il nostro giro del paese.
Felici e sollevati decidiamo di tornare nel parco di Thingvellir a visitare la spaccatura causata dalla separazione delle zolle tettoniche. Qui la deriva dei continenti può essere chiaramente riconosciuta nelle gole e nelle faglie che attraversano la zona creando veri e propri canyon. Luogo molto affascinante caratterizzano da rocce altissime, laghetti, abeti e baite. Molti i turisti, forse troppi, ma non a caso questa zona è stata riconosciuta patrimonio dell'Unesco.
Si riprende il viaggio in direzione di Geyser, dove arriviamo abbastanza velocemente attraverso strade asfaltate e non. Pranzo veloce che ci permette di scampare ad un forte acquazzone e via a curiosare tra gli spruzzi di questi curiosi fenomeni. Da una pozza azzurra e limpida si eleva un getto altissimo di acqua e vapore che raggiunge altezze considerevoli. Emozionante, incredibile, elettrizzante … rimarresti ore ad osservare la bolla di acqua che cresce e scoppia in cielo creando colonne di fumo, schizzi di acqua calda e tanto stupore tra i presenti. Bello il Geyser e bella la zona dove, il cielo azzurro e le nuvole bianchissime creano la cornice perfetta per questo luogo così incantevole. Ultima tappa di oggi la Gullfoss con la sua portata di acqua smisurata ed i mille arcobaleni generati dai raggi del sole che filtrano tra gli spruzzi d'acqua. Molto bella ed in posizione davvero splendida. Le acque agitate del fiume scendono da due salti ben distribuiti e proseguono in una profonda e stretta gola che spacca in due l'altopiano. Gullfoss, insieme con Geyser e Pingvellir, fa parte del famoso “cerchio d'oro” ovvero la zona più conosciuta e visitata d'Islanda. Lasciata la cascata abbiamo percorso un tratto della strada 35 in direzione dell'entroterra con la speranza di avvicinarci ai ghiacciai, ma ahimè, impresa ardua se non si dispone di un fuoristrada adatto a percorrere piste o strade proibite ai comuni mezzi di trasporto. Tardo pomeriggio a giro per la valle di Sellfoss alla ricerca di un campeggio dove sistemarci per la notte. Paesaggi ricchi di verdi colline, campi coltivati, fattorie e trattori al lavoro. Il cielo è sempre più azzurro e le nuvole sempre più bianche. L'isola continua a sorprenderci e donarci momenti speciali. Campeggio ad Hveragerdi (Tjaldsvadi Hveragerdi Kkr 1700/€ 10,00 x notte), spesa al Bonus Market, discount ricco di prelibatezze locali, cena e a nanna.
Giovedì 13 Agosto 2009 – Hveragerdi/Landmannalaugar/Hveragerdi – Km 317
Giornata all'insegna del fuoristrada. Partiti dal campeggio dove abbiamo deciso, per comodità, di sistemarci per 3 notti, ci siamo diretti verso la zona interna del Landmannalaugar. Su mio consiglio abbiamo deciso di percorrere una strada nuova e così invece della 30 abbiamo affrontato la 26 che inizialmente è asfaltata, ma poi, per circa 30 km, diventa una pista sassosa e molto pericolosa soprattutto per i pneumatici della moto. Bello il panorama sul vulcano Hekla che si presenta con la cima innevata e parzialmente mascherata dalle nubi. Il tempo alla partenza non è dei migliori, ma almeno non piove !!! Rientrati sulla strada 30, facciamo il pieno alla moto poiché per i successivi 236 km non si prevedono distributori. Ancora pochi km e si imbocca la F208 che ci illude con un breve tratto di asfalto trasformandosi poi in una pista a tutti gli effetti. Sassi, sabbia, ciottoli e strada disconnessa ma con panorami bellissimi che variano da deserti di lava a montagne rocciose variopinte, piste di sabbia, fiumi e laghi di montagna. Abbiamo impiegato circa un'ora per arrivare al campeggio e non è poco considerando che si tratta di soli 26 km. In lontananza si intravedono le montagne di riolite dai mille colori che mutano dal rosso al giallo, dall'arancio al nero. La particolarità di queste sfumature è data dal lento raffreddamento della lava, qui ricca di minerali. Giunti nei pressi del campo base per il trekking, abbiamo deciso di parcheggiare la moto e proseguire a piedi poiché più guadi ci sbarravano la strada ostacolando il percorso. Acqua troppo alta per tentare l'attraversamento e la pioggia copiosa che cadeva rischiava di innalzare ancor più i livelli. Il campo base con le sue costruzioni e le tende è molto colorato e sistemato in un ampio spazio in parte di sabbia ed in parte di erba verdissima punteggiata da piccolissimi fiori bianchi. Solcata da canali di acqua calda, questa zona è ricca di piscine naturali dove immergersi e godere di bagni termali. Siamo saliti in cima alla prima montagna per ammirare il panorama nel suo insieme ed osservare dall'alto questo luogo che rimarrà per sempre impresso nella nostra memoria. Strada difficile ma percorribile con un po' di attenzione soprattutto se la pioggia insidia il fondo stradale, ma vale sicuramente la pena arrivare a questo paradiso terrestre.
Venerdì 14 Agosto 2009 – Hveragerdi/Rekjavik/Blue Lagoon//Hveragerdi – Km 214
Giornata relax. Partenza ore 10,30 direzione Rekjavik per visita della città. Il cielo è azzurro ed un bel sole ci accompagna durante il tragitto che in poco tempo ci conduce alla capitale. La città appare da subito molto moderna e all'avanguardia. Un po' in contrasto con i panorami che siamo abituati a gustare in questa terra. Passeggiata per la via principale ricca di negozi per turisti ma non solo. Gli abitanti sono particolarissimi, con abiti e calzature molto insoliti. Complice la bella giornata di sole, la città ci è apparsa molto carina ed accogliente. Vecchie abitazioni che si incontrano bene con le nuove costruzioni, un bel lungo mare, anche se non molto caratteristico, incorniciato da palazzi ultra moderni in espansione. Nessuna nota particolare per la chiesa che, poiché in ristrutturazione, non abbiamo potuto ammirare dalla cima della collinetta dove è situata. Pranzo veloce in un fast food, acquisto di souvenir vari e via verso la Blue Lagoon dove ci aspetta uno spettacolo mozzafiato. Al centro di un mare di lava nera solidificata, l'azzurro dell'acqua risalta in maniera esplosiva, i vapori del calore rendono l'atmosfera misteriosa e l'organizzazione di una delle SPA più famose al mondo rende il tutto degno di altissima nota. Decisi a regalarci qualche ora di relax, armati di costume, asciugamani e ciabattine abbiamo fatto ingresso in questo paradiso di silicio. Vasche naturali, pontili, grotte, cascate artificiali e saune contribuiscono al benessere e al divertimento di chi decide di entrare. Ai lati della piscina si trovano dei contenitori dove è possibile prelevare il silicio da utilizzare per una maschera al viso che dona pelle morbida e vellutata. Dopo un paio d'ore di relax siamo usciti con l'intenzione di rientrare al campeggio percorrendo ancora una volta una strada diversa da quella fatta in precedenza. Ma come al solito, la strada dopo pochi km si è rivelata sterrata e difficile da transitare. Panorami bellissimi con spiagge nere e rocce scurissime levigate dal vento. Lungo il tragitto abbiamo soccorso una coppia di francesi che, a causa dell'eccessiva velocità e la poca esperienza di guida su strade sterrate, avevano cappottato con l'auto. Recuperata la strada principale, a poca distanza dal campeggio, c'è stato un momento in cui il terreno sembrava esplodere. Il cielo nerissimo, con nuvole basse che coprivano gran parte delle montagne, contrastava con il fumo delle pozze geotermiche. Le auto sfrecciavano via veloci e nessuna presenza umana si rilevava nei paraggi.
Fine serata con pizza e birra.
Giornata davvero entusiasmante ricca di colpi di scena e belle sensazioni.
Sabato 15 Agosto 2009 – Hveragerdi/Vik – Km 173
Partenza ore 9,30 con cielo grigio e nubi all'orizzonte. L'intenzione era quella di raggiungere Posmork, ma visto il tempo e le strade sconsigliate, abbiamo raggiunto la cascata di Seljalandsfoss dove abbiamo fatto la prima tappa del giorno. Immersa in un paesaggio verde smeraldo, un getto d'acqua potentissimo cade da una roccia alta 65 mt creando al di sotto un laghetto. La particolarità di questa cascata è data dal fatto che un sentiero permette di passarle dietro ed ammirarla da una posizione davvero magica. Ripresa la strada principale, una breve deviazione ci porta al villaggio di Skoga dove si può ammirare la Skogafoss, altra cascata altissima che si getta nel fiume sottostante. Con un po' di coraggio e tanto fiato è possibile affrontare la ripida scalinata che porta alla vetta della cascata, da dove si può ammirare un panorama che si allunga fino al mare. Purtroppo il cielo sempre più nero e l'assenza assoluta di sole non ci permettono di godere degli arcobaleni che rendono il paesaggio ancora più irreale. Sulla 1 in direzione Vik troviamo l'indicazione per il centro informazioni del ghiacciaio Mjrdalsjokull dove giungiamo con pochi km di strada sterrata. Lasciata la moto al parcheggio ci incamminiamo per un sentiero che ci conduce ai piedi del ghiacciaio. Qui il ghiaccio è coperto da terra nera portata dal vento, ma è bello trovarsi all'estremità di un colosso impenetrabile con una superficie di 763 mq con punte di altezza che raggiungono fino a 750 mt. Il fascino di questo luogo sono i colori, le forme e l'originalità del paesaggio che sembra far parte di un mondo a noi sconosciuto. Ripresa la via maestra, deviamo ancora per visitare l'Arco di Dyrholaey. In riva al mare in una zona modellata dal vento sorge una scogliera dove uccelli di varia natura, tra cui le pulcinelle di mare, nidificano e vivono. Rocce di basalto creano panorami inconsueti il tutto incorniciato da una spiaggia di sabbia nera bellissima. Ancora in viaggio verso ovest incontriamo prati verdi coltivati che contrastano con alte scogliere dove fattorie e greggi di pecore sembrano rintanarsi. La temperatura è molto bassa, è freddo ed umido. La pioggia ci ha graziati, ma il cielo non promette niente di buono … Notte in campeggio Vik (Kkr 1700/€ 10,00).
Domenica 16 Agosto 2009 – Vik/Hofn – Km 285
E così il nostro giro dell'Islanda volge al termine. Partenza da Vik sotto la pioggia con l'intenzione di fermarci dopo Skattafel, ma i panorami e la disponibilità di alloggi ci hanno portato direttamente fino ad Hofn e quindi dopo la fantastica e meravigliosa laguna degli iceberg … ma andiamo per gradi. Lasciato Vik la prima sosta è stata Kirkinbaejarklaustur per ammirare il pavimento di basalto che altro non è che un insieme di sassi esagonali che formano una piccola pavimentazione al centro di un prato verde. Bellissima la strada percorsa dove si costeggia inizialmente sterminati campi di lava ricoperti da soffice muschio e successivamente colline verdissime interrotte da sporadiche fattorie e campi coltivati. Si prosegue per Skaftafell e mentre a destra si estende una spianata di terra sabbiosa nera solcata da rigagnoli d'acqua (Skeidararsandur) a sinistra si inizia ad intravedere il ghiacciaio che ci tiene compagnia fino ad Hofn. Lingue di ghiaccio che scendono tra le montagne fanno capolino tra le rocce scure e le nubi che incombono. Giunti al rifugio di Skaftafell abbiamo lasciato la moto e ci siamo diretti ai piedi del ghiacciaio, maestoso e potente nel suo colore bianco azzurro nella parte alta, remissivo e scuro alla base. Emozionante pensare alle dimensione che coprono l'8% dell'intero territorio Islandese e al fatto che nelle sue viscere si cela un vulcano potentissimo . Al centro informazioni viene proiettato un filmato che documenta l'eruzione del 1996, quando l'esplosione portò alla distruzione del ghiacciaio e delle zone limitrofe creando gravi danni al paese. Ripresa la circumnavigazione del parco nazionale raggiungiamo un altro punto di osservazione dove vi si arriva tramite uno sterrato di 2 km. Qui le pareti di ghiaccio sono sempre più vicine, solitarie, altissime, regna il silenzio e l'atmosfera è davvero unica. Si riparte per trovare una sistemazione per la notte, ma km dopo km ci siamo ritrovati alla laguna degli iceberg che giungendo da ovest rimane celata dietro a colline di sabbia e terra per poi scoprirsi in tutta la sua magnificenza sulla destra prima del ponte. Senza parole … davvero un luogo unico ed indimenticabile. La ciliegina sulla torta di questo viaggio ricco di luoghi fantastici ed unici. Il ghiaccio arriva fino al mare e blocchi di iceberg enormi galleggiano nella laguna per poi essere trasportati dalla corrente fino al largo. Colori bellissimi dal bianco candido all'azzurro, forme stranissime, silenzio assoluto nonostante i turisti ed un'atmosfera difficile anche solo da raccontare. Troppo bello !!!
C'è la possibilità di fare un'escursione con i mezzi anfibi, ma al nostro arrivo (ore 18,00) il servizio era già terminato e così ci siamo goduti il panorama dalla riva spostandoci su più punti per godere al meglio di tutto quello che la zona offriva. Ripresa la moto abbiamo imboccato ancora la 1 alla ricerca di un campeggio ma siamo giunti direttamente a Hofn e praticamente a spinta poiché la moto singhiozzava in carenza di benzina. Ce la siamo vista davvero brutta, ma grazie al cielo siamo arrivati al distributore (7 km da Hofn) zigzagando e pregando. L'unico distributore tra Jokulsarlon e Hofn era chiusa e dopo niente di niente. Che spavento !!! Abbiamo scoperto solo successivamente, che per utilizzare il distributore all'apparenza chiuso, era sufficiente bussare all'abitazione situata a circa 200 mt e chiedere al gestore di farci rifornimento !! Geniali questi Islandesi ...
Stressati dalla mancanza di benzina abbiamo deciso di pernottare presso l'Hotel Edda situato a 100 mt dal distributore (Kkr 8500 doppia senza bagno) dove ci siamo regalati un'ottima cena a buffet (Kkr 4000 cad) a base di pesce, zuppe, verdure e dolcetti tipici di questa terra. Giornata molto intensa.
Lunedì 17 Agosto 2009 – Hofn/Seydisfiordur – Km 308
Partenza ore 9,30 con cielo sereno e buone prospettive per la giornata. Trasferimento a Seydisfiordur dove ci imbarcheremo. Siamo in anticipo di qualche giorno, ma il giro previsto è stato completato e così ne approfitteremo per riposarci un po'.
Abbiamo viaggiato lungo la costa est con il mare e le montagne sempre al nostro fianco. Molto bella la zona con fiordi dai prati verdissimi che si gettano nel mare o scogliere frastagliate dove si infrangono le onde. Abbagliante il contrasto dei colori. 308 km passati in un soffio grazie alla temperatura piacevole ed al paesaggio ancora diverso da quelli incontrati sino ad oggi. Arrivati a Seydisfjordur abbiamo piazzato la tenda ed abbiamo fatto un giretto per il paese. Molto carino a prima vista, ma avremo modo di “ispezionarlo” nei giorni a venire in attesa del traghetto. La strada che da Egilstadir porta a Seydisfjordur, percorsa a ritroso rispetto al giorno di arrivo, ci ha stretto il cuore. Lasciare questo paese ricco di contrasti, persone gentili e disponibili, luoghi meravigliosi e colori affascinanti è davvero difficile !!
Purtroppo non abbiamo prenotato né l'ostello né l'albergo e, vista l'imminente partenza del traghetto, non ci sono camere libere in tutto il paese. Ci vediamo costretti a montare la tenda nonostante la pioggia ed il freddo. Il termometro alle 17,00 segnava 8° … chissà la notte !!!!
Martedì 18 Agosto 2009 – Seydisfiordur – Km 0
Giornata a giro per il paese. Dopo una notte tremendamente fredda, il clima è un po' migliorato anche se il sole si è fatto vedere ben poco e le nuvole han fatto da padrone.
Il paese è davvero carino con edifici ben tenuti dai mille colori, giardini curati, tendine alle finestre ed addobbi di varia natura. Ci siamo mescolati ad un gruppo di americani arrivati su una nave da crociera ed abbiamo visitato i negozi di souvenirs ed i ristoranti. Il paese è piccolo ma ricco di locali molto particolari. Inverosimile la fiducia che la gente del posto ha nei confronti degli stranieri e non. Nessun controllo, tutto a portata di tutti e massima fiducia nei locali e nei negozi. Fabio ha acquistato un bellissimo maglione per 20 Euro in un negozio/bar dove ci hanno offerto caffè a volontà e sorrisi di cortesia.
Pizza e birra per cena nel locale degli artisti dove musica soft, quadri alle pareti e strani personaggi del luogo fanno da cornice alla vita quotidiana di questo piccolo paese. Sono le 21,00 e fuori è pieno giorno nonostante le nuvole che avvolgono le cime delle montagne e rendono il cielo grigio piombo. Intanto abbiamo tirato fuori cappello, sciarpa e guanti in attesa della notte che ci attende. Speriamo sia meno fredda di quella appena trascorsa. Un consiglio … se volete fermarvi una notte a Seydisfjordur, prenotate per tempo o l'ostello o l'albergo. Con l'arrivo del traghetto è impossibile trovare un alloggio diverso dal campeggio.
Mercoledì 19 Agosto 2009 – Seydisfiordur – Km 0
Ancora un giorno di riposo dedicato a camminate, ricordo dei giorni passati ed incontro con molte delle persone con le quali abbiamo fatto il viaggio di arrivo. La giornata passa velocemente anche se il paese non offre molto. Rifornimento di viveri e bevande da consumare sul traghetto presso il supermarket, pieno alla moto, ultimi acquisti e pronti per la traversata via mare … che tristezza lasciare la pace di questa meravigliosa isola per rituffarsi nel caos delle strade europee !!!
Giovedì e Venerdì 20/21 Agosto 2009 – Seydisfiordur/Hanstolm – Traghetto + Km 484
Imbarco, sistemazione nelle cuccette e partenza in tempi brevissimi. L'organizzazione della Smyril Line è impeccabile. Padroni del traghetto che, memori dell'andata, conosciamo ormai alla perfezione, prendiamo subito posto sul ponte pronti a salutare con molto nostalgia i panorami islandesi. Purtroppo il mare è un po' mosso e ben presto, chi soffre di mal di mare, comincia a sentire i primi disturbi. Difficile pensare di rimanere molte ore in mare aperto senza la possibilità di toccare terra ferma e superare nausea e giramenti di testa. Breve sosta notturna presso le Isole Faroer dove scendono una parte di naviganti, per riprendere il rientro con un mare molto più calmo e senza eccessivi ondeggiamenti.
Arrivo al porto di Hanstolm da dove siamo subito partiti in direzione sud con l'intento di percorrere più strada possibile e fermarci a dormire in Germania dove siamo giunti per l'ora di cena. La zona è ricca di affittacamere con prezzi abbordabili e molta disponibilità.
Sabato 22 Agosto 2009 – Bad Bramstedt/Monaco – Km 845
Giornata di trasferimento per arrivare a Monaco e regalarci un gustosissimo stinco di maiale e patate annaffiato da un'ottima birra tedesca. I km sono tanti e le strade non finiscono mai, ma la voglia di rientrare è molta e così le soste si limitano al minimo indispensabile nonostante la stanchezza e la noia. Abbiamo affrontato il viaggio di ritorno insieme ad Ervis e Diego. E' stato piacevole condividere il tragitto, le soste, le cene e soprattutto le birre a Monaco …
Domenica 23 Agosto 2009 – Monaco/Prato – Km 643
Ultimo giorno di viaggio per arrivare a casa nel primo pomeriggio dopo un caldo infernale ed un traffico impossibile. Sembra incredibile pensare che pochi giorni prima ci trovavamo nel silenzio di sterminati paesaggi dove incontrare auto o persone è cosa quasi eccezionale.
Conclusioni:
Islanda... che dire ??? E' grande impresa raccontare un paese così “insolito". A tratti, e soprattutto al nord, sembra di trovarsi su un pianeta sconosciuto dove tutto è ovattato, protetto, lontano, intoccabile e silenzioso. Difficile con semplici parole illustrare paesaggi che rimarranno per sempre nei nostri cuori, dove il solo ricordo accende quel senso di nostalgia che è vita ed emozione.
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